Finalmente - e dico finalmente perché davvero non ne posso più - ho finito di studiare greco che ripasso insistentemente da settimane in attesa che la prof chiami il mio nome e mi interroghi. (Chissà perché quando studio mi interroga sempre per ultima e quando invece non sono preparata puntualmente mi chiama tra i primi, ma lasciamo perdere!)
Oggi recensisco un libro che mi è stato gentilmente inviato a pochi giorni dall'uscita dalla casa editrice Mondadori.
Il libro in questione si intitola "Quel che inferno non è" ed è stato scritto da Alessandro D'Avenia, uno dei miei autori preferiti che conoscerete senz'altro per i suoi due libri precedenti: "Bianca come il latte, rossa come il sangue" e "Cose che nessuno sa".
L'ho letto in poco tempo, e ne sono rimasta abbastanza soddisfatta anche se il mio preferito rimane "Cose che nessuno sa".
Ma cominciamo dall'inizio!
Autore: Alessandro D'Avenia.
Editore: Mondadori.
Pagine: 311
Data di uscita: 28 Ottobre 2014Prezzo:€ 16,90
Pagine: 311
Data di uscita: 28 Ottobre 2014Prezzo:€ 16,90
Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... Con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.
Quando ho cominciato a leggere il libro, non sapevo che Padre Pino Puglisi fosse veramente esistito, poi ho visto un film di Sabrina Guzzanti intitolato "La Trattativa" che mi ha aperto un po' gli occhi su questo grande uomo, unico uomo religioso ucciso da Cosa Nostra.
Ad aprire il romanzo è un'immagine a mio parere bellissima: un ragazzo osserva dall'ultimo piano di un palazzo qualcosa: Palermo e lo scrittore ce la descrive come se stesse parlando di una ragazza osservata da lontano, tanto che all'inizio ho pensato anche io che fosse qualcosa del genere.
E' il 1993 e per Federico, 17 anni, che finisce il quarto anno al liceo classico Vittorio Emanuele(frequentato proprio in quegli anni dallo stesso D'Avenia), comincia l'estate più importante della sua vita.
Don Pino è il suo professore di Religione, è nato a Bancaccio ed è lì che cerca di cambiare le cose.
Più volte, ha proposto ai suoi alunni di raggiungerlo per aiutarlo con i ragazzi del posto, ma nessuno ha mai accettato la sua offerta.
Poi arriva Federico.
Il ragazzo, a pochi giorni dalla partenza per la vacanza studio in Inghilterra, decide di andare a Bancaccio con Don Pino, e qui conosce un mondo estraneo al suo, l'inferno.
In quel posto quasi 10000 anime lottano ogni giorno contro la miseria, oppresse sempre di più dagli uomini di Cosa Nostra ma nel centro i piccoli possono giocare, studiare, stare insieme.
Da quella piccola "gita" fuori città, Federico torna senza bici e con un labbro spaccato ma a Bancaccio, il ragazzo, lascia il cuore.
Federico conosce le vite di tanti dei bambini del quartiere e trova l'amore: Lucia ha un anno meno di lui e la sua stessa passione per la lettura.
Lo scrittore riesce a farti entrare Don Pino, Federico, Lucia, i bambini e Bancaccio nel cuore.
Dalla lettura si vede che D'Avenia è un professore di lettere: il libro è pieno zeppo di metafore, e termini tecnici, parecchi difficili da capire se non con un minimo di preparazione, ma tutto ciò non sminuisce il modo di scrivere di D'Avenia, anzi.
A mio parere esalta il tutto.
In conclusione, lo consiglio a chi vuole leggersi un bel libro e riflettere sull'argomento di cui tratta.
Alessandro D'Avenia, trentasette anni, dottore di ricerca in Lettere Classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore.
Dal suo primo romanzo, "Bianca come il latte, Rossa come il sangue", è stato tratto un film.
Per Mondadori ha pubblicato anche "Cose che nessuno sa"



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